Simbologia di Macrocosmo e Microcosmo in Astrologia

L’Astrologia altro non è che una delle simbologie dell’unione di macrocosmo e microcosmo, di Cielo e Terra, ed è la fonte di tante verità nascoste sulle quali meditare per una migliore comprensione della vita umana e dell’Universo.

Attraverso le simbologie della Carta del Cielo impariamo che cos’è la Vita, sia nel suo significato cosmico che nel significato che è proprio ad ogni individuo. E conoscendo la vita impariamo ad amarla, sia nel bene che nel male. Se il primo insegnamento dell’Astrologia è che l’Uomo è parte integrante del Cosmo, il secondo insegnamento è che l’Uomo deve imparare a mantenere un equilibrio in modo che la sua unione con il Cosmo non venga a mancare. Questo avviene attraverso il controllo della propria vita. In questo contesto, la consapevolezza di chi siamo e del cammino che ognuno di noi è chiamato a compiere nella vita assume una grande importanza, non solo per noi stessi, ma per l’equilibrio dell’intero Cosmo.

Le filosofie e le tecniche orientali che si sono diffuse nel secolo scorso e che l’Occidente ha fatto proprie convergono tutte su di un punto fondamentale: l’Uomo deve poter raggiungere un equilibrio con se stesso e con l’ambiente circostante perché vi sia un vero equilibrio cosmico. Questo dice il Feng Shui – e, ancor prima, il Vastu Shastra dei Veda – e su questo si basa il famoso concetto taoista dello Yin e dello Yang, i principi femminile e maschile che avvolgono il Cosmo e si rispecchiano in ognuno di noi, e per i quali il legame Uomo-Cosmo è il tema della vita, e quando questo legame si spezza allora insorgono disordine e malattie.

L’Astrologia ci aiuta a comprendere i nostri limiti e i nostri punti di forza, rendendoci consapevoli del cammino da compiere, così da capire in modo profondo il vero significato della nostra vita. I nostri limiti non ci appariranno più tali se riconosciamo i nostri punti di forza, e il nostro cammino non ci apparirà più così difficile se ne capiremo il significato.

Importanza dello stile di vita nella relazione fra corpo fisico, emozionale e causale

Nel quadro della prevenzione e cura dello stress, lo stile di vita è di fondamentale importanza perché la nostra attività mentale e il nostro mondo emotivo possano armonizzarsi con il corpo fisico. Quindi, mentre da una parte regola principale è evitare gli stati di stress e ansia perché in grado di influire sulle funzioni del nostro corpo, dall’altra, uno stile di vita sano deve anche comprendere non solo un esercizio fisico giornaliero, che mantenga in forma e aiuti a smaltire l’accumulo eccessivo di tossine, ma anche un’alimentazione adeguata alla nostra costituzione, poiché sia alimentazione che esercizio fisico sono invece in grado di influire sull’equilibrio mentale ed emozionale.

Dello stile di vita parlava Ippocrate (vissuto intorno al IV sec. a.C.) che, nell’individuare quattro costituzioni principali, e cioè la collerica, la flemmatica, la sanguigna e la melanconica, attribuiva nella sua terapia grande importanza alla dieta (titolo di uno dei libri ippocratici è Della Dieta), alla ginnastica, ai massaggi e ai bagni.

L’importanza dell’alimentazione e della dieta nell’ottica di un equilibrio psicofisico della persona è anche uno degli argomenti principali trattati dall’antica medicina tradizionale indiana, l’Ayurveda, che distingue tre dosha o “personalità” – vata, pitta, kapha – le quali, per mantenere il giusto equilibrio, oltre a seguire uno stile di vita particolare, devono ognuna assumere cibi specifici alle loro qualità. Inoltre, l’Ayurveda considera altrettanto importante il digiuno terapeutico, se praticato regolarmente.

Molti secoli dopo in occidente, Samuel Hahnemann (1755-1843), il fondatore della Omeopatia, parlava dell’importanza della dieta “severa”. Egli fece suo lo studio del Corpus Hippocraticum per comprendere la natura della costituzione, del temperamento e delle predisposizioni dell’Uomo ma, a differenza di Ippocrate, distingueva sette fattori costituzionali, uno dei quali era “il carattere emozionale e mentale”, e cioè il Geist (o spirito razionale) e il Gemut (o disposizione emozionale), che Hahnemann diceva essere solo di pertinenza del genere umano. E’ in questo fattore che egli includeva quelle costituzioni già individuate da Ippocrate.

Sempre in occidente, Edward Bach agli inizi del secolo scorso individuò sette gruppi di emozioni in grado di scatenare stati patologici. La sua esperienza di medico omeopata lo convinse che “per guarire è necessario mutare completamente la propria prospettiva mentale: cambiare umore, atteggiamento, opinioni. Solo così si dà veramente ascolto al messaggio cifrato che arriva a noi attraverso il sintomo, e si ubbidisce alla nostra parte più profonda, che reclama attenzioni e cure”. Insomma: il nostro mondo emotivo e strettamente legato al mentale e al fisico. Nonostante gli stati emotivi per Bach possano essere sia tipologici che transitori, egli considerava che in ambedue i casi essi procurano un forte stress, tanto da poter alterare le funzioni di alcuni organi.

Nella storia della medicina, l’accento posto sulle emozioni e sulle personalità, sia nella prevenzione che nella cura delle malattie, è stato sempre rilevante. Inoltre, il concetto ippocratico secondo cui “nessun organo, nessun individuo, nessuna funzione possono essere altrimenti considerati che come parti di un tutto organicamente indissolubile, che a sua volta costituisce un microcosmo nel macrocosmo” è più che mai attuale. Ricorda il concetto dello yin e dello yang nella filosofia cinese, che è perno della Medicina Tradizionale Cinese, ed è anche il concetto su cui si fonda oggi la medicina olistica.

I sette fattori emozionali della Medicina Tradizionale Cinese (MTC)

Già migliaia di anni fa i medici cinesi riconoscevano sette fattori emozionali, ognuno dei quali veniva collegato ad un particolare organo del corpo, e che perciò agivano su quell’organo squilibrando – quando in eccesso – le sue funzioni naturali. Nonostante la diversa corrispondenza che si riscontra tra MTC e medicina occidentale, è interessante notare come possano considerarsi attuali concetti così lontani nel tempo e dalla nostra cultura. Infatti, da essi il naturopata può trarre spunti di applicazione, in quanto forniscono un’indicazione da un lato dell’organo colpito dallo squilibrio emozionale, dall’altro dell’emozione che sta agendo nell’individuo che viene colpito in un organo specifico.

  • Il primo fattore emozionale, la gioia, è legato al cuore, che è considerato in Cina anche sede della mente (shen), e il cui squilibrio può quindi comportare fino a perdita di coscienza o svenimento, insonnia, agitazione, oltre che problemi al sistema cardio-circolatorio quali palpitazioni o infarto. Ad esempio, la gioia improvvisa di ricevere una bella notizia può essere la causa di un forte mal di testa.
  • Il secondo fattore, la collera, è collegato al fegato, e quindi a squilibri legati, per esempio, alla digestione (coinvolgendo in particolare lo stomaco e la milza), stipsi, dolore alla regione costale (fegato), o alla cattiva circolazione del sangue e del “qi” che, essendo in ascesa, può procurare rottura dei capillari nel naso, pressione alta, forti mal di testa, vertigini e offuscamento della vista. Inoltre, il collerico è riconoscibile dal rossore del viso e degli occhi.
  • Il terzo fattore, le preoccupazioni, agisce sulla milza-pancreas, dove avviene la trasformazione e il trasporto del cibo, che da “qi” diventa sangue o liquidi, e quindi gli squilibri possono portare emorragia, edema, diarrea, così come palpitazioni, difficoltà di concentrazione. Inoltre, la milza si dice controlli e nutra i muscoli e gli arti, quindi lo squilibrio può manifestarsi in stanchezza eccessiva.
  • Il quarto fattore è la malinconia, legato al polmone, che governando il “qi” comporta gravi squilibri all’organismo, dal pianto eccessivo a patologie legate al sistema respiratorio, e perciò frequenti raffreddori e influenze, respiro irregolare, asma. Inoltre, vi possono essere anche problemi legati alla pelle, che in MTC i polmoni governano, insieme con i peli del corpo.
  • Il quinto fattore, la paura, è collegato ai reni, che in MTC si dice contengano la radice yang e yin dell’organismo e rappresentano quindi “la radice della vita”. Governando la produzione e la funzione dei liquidi nel corpo, possibili sono gli squilibri a carico dell’apparato urogenitale come l’incontinenza urinaria, ma il loro malfunzionamento comporta anche indecisione, depressione, confusione, mancanza di coraggio, ansia, perchè è qui che ha sede la Volontà.
  • Il sesto fattore, il terrore, non viene generalmente collegato ad un solo organo in particolare. Il terrore ha carattere subitaneo e imprevisto, ed in questo si distingue dal quinto fattore della paura, che è più profonda e cronica. Inizialmente disturba il cuore, e quindi può dare gli stessi sintomi della gioia eccessiva, come palpitazioni, agitazione, insonnia (il cuore è  in MTC sede della mente/shen). Comunque, se prolungato nel tempo, si tramuta in paura conscia e quindi si collega con i reni. Per esempio, un bambino che viene abusato può provare terrore, ma con l’andare del tempo il bambino avrà paura che quella stessa esperienza si possa ripetere, tramutando in paura il terrore iniziale.
  • Settimo e ultimo fattore è il dolore, collegato alla milza-pancreas e al polmone, comportando perciò la possibilità di danni non solo all’apparato digerente ma anche all’apparato respiratorio. Considerando poi che la milza controlla la muscolatura, e i polmoni la pelle, è possibile l’insorgenza di disturbi legati a questi tessuti.

I sette fattori emozionali non devono necessariamente produrre patologie. Tutto sta nel mantenere in equilibrio le proprie emozioni, ogni qualvolta si riscontri un loro eccesso o indebolimento. Nell’antica Cina era considerato un incapace quel medico i cui pazienti si ammalavano; mentre erano ritenuti buoni medici coloro che insegnavano ai loro pazienti come prevenire l’insorgenza delle malattie attraverso tecniche diverse – fra le quali il qi gong, o il tao yoga, che insegnano a controllare o a ripristinare il flusso energetico naturale del corpo -, per le quali il dominio del cuore e delle sette emozioni è uno degli obiettivi principali.