Ayurveda e Astrologia: le scienze della vita e della luce interiore

Anticamente Jyotish (parola che in India indica l’Astrologia, ma il cui significato letterale è “luce interiore”) e Ayurveda (la medicina tradizionale dell’India ed anche la più antica scienza medica, che letteralmente significa “conoscenza della vita”) facevano parte di un’unica scienza perché ambedue aiutano a vivere sani nel fisico, nella mente e nello spirito.

Queste due scienze hanno in comune la stessa filosofia di vita, e ambedue vedono l’individuo in modo olistico, e cioè come unione di Corpo, Mente e Anima che interagiscono e non sono mai separati l’uno dall’altra. Perciò sia l’Ayurveda che l’Astrologia ci rendono coscienti delle funzioni del Corpo, della Mente e dello Spirito. Comunque, mentre l’Astrologia è la scienza che mette in evidenza la “luce interiore” dell’individuo, e cioè il suo Sé più nascosto, in modo da esserne consapevoli e vivere meglio con noi stessi, l’Ayurveda mette l’accento sul corpo, e insegna ad averne cura seguendo il fluire della vita, l’età, ed anche il cambiamento di stagione.

Il medico ayurvedico si accorgerà dello squilibrio interno di un individuo dal disordine fisico che è in lui, mentre l’astrologo comprenderà la possibile insorgenza di uno squilibrio fisico nell’individuo dai disordini mentali e dai suoi moti interiori. Ma entrambi si interesseranno a tutti gli aspetti della vita dell’Uomo. Pertanto, ad un medico ayurvedico non si può chiedere di curare solamente la malattia: suo compito è quello di comprendere la malattia a partire dal modo in cui la Mente dell’individuo funziona ed interagisce con il Corpo, senza mai dimenticare della sua Anima, e cioè della vita spirituale dell’individuo. Allo stesso modo un astrologo a cui venga chiesto di leggere il tema natale, deve considerare non solo l’individuo in quanto persona fisica, ma anche le sue facoltà intellettuali, e tutte le loro interazioni con lo spirito che è in lui.

Nella carta natale di un individuo l’Ayurveda si colloca nelle case VI/XII per ciò che riguarda i piani fisico e spirituale, ed ha relazione con le case III/IX per ciò che riguarda il funzionamento della mente. La VI casa è il campo della medicina, della salute, della cura del corpo, che è materia. Questo campo, nella carta di una persona, indica la sua relazione con il corpo, quanta cura dà alla sua persona. Ma non ci sarebbe corpo senza anima, per cui la XII casa ci dice qual’è la sua visione del mondo immateriale, come interagisce con esso, e cioè anche con i suoi sentimenti. Comunque, in questa interazione la mente ha un ruolo primario. Perciò guardando la sua III casa capiremo il rapporto della sua mente “inferiore”, e cioè semplice, con il suo corpo e la sua anima, mentre analizzando la sua IX casa si vedrà quale rapporto la mente “superiore”, più complessa, ha instaurato con essi.

Questo è un flusso continuo di informazioni che viene generato in noi dalla nascita e terminerà solo con la fine della vita. Utilizzando queste informazioni, il medico ayurvedico viene “illuminato” nella comprensione delle cause cha hanno portato all’insorgere della malattia.

Si capirà allora che mentre la malattia avrà un nome comune per tutti gli individui che accusano gli stessi sintomi, la sua cura sarà diversa da persona a persona, proprio perché – come insegna anche l’Astrologia – ogni individuo è unico al mondo.

Oltre alla salute fisica, mentale e spirituale dell’individuo, l’Ayurveda tiene conto anche – e soprattutto – del soddisfacimento del nostro “progetto di vita”, perché esso è strettamente legato alla nostra crescita spirituale.

In Astrologia, questo aspetto della vita della persona viene evidenziato nella carta natale specialmente dalle posizioni dei nodi lunari, che ci indicano il percorso da compiere verso la nostra evoluzione.

Articolo pubblicato su CASAR News (India), Anno 1 n. 4/2003

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