Arun e il mistero del Fior di Loto

Questo breve racconto invita il lettore a meditare su alcune “realtà” della vita che sono universali, e in quanto tali, costituiscono un ponte immaginario che unisce l’Oriente all’Occidente.

Mi trovavo in uno dei tanti viaggi che hanno ispirato la mia vita e mi hanno insegnato quei valori che appartengono da sempre al genere umano e all’intero Universo. Ma in questo viaggio, che ha avuto luogo in India, un incontro dall’apparenza insignificante ha invece schiuso ai miei occhi un mondo nuovo, una visione completamente nuova della vita, e del Cosmo. Arun, il personaggio del mio incontro, è sicuramente una figura di eccezione, ma ognuno di noi potrebbe riflettersi in lui. Infatti, la saggezza non è solo frutto di una lunga esperienza di vita: essa si trova in noi sopita, e il suo risveglio è ciò che gli orientali chiamano “illuminazione”.

Il racconto che segue è quindi rivolto in particolar modo a coloro che fanno della loro vita una continua ricerca della Verità, e per chi si pone domande sul significato della sua esistenza, per poter essere più consapevole della sua crescita di individuo nella totalità di corpo, mente e spirito.

L’augurio è che le riflessioni che ne scaturiranno possano aprire le porte ad una comprensione più profonda dei valori universali, e che questi ultimi possano aiutare a vivere in una dimensione più consona alla individualità di ognuno.

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Nella sua vecchia casa coloniale, Arun viveva una vita semplice, e accoglieva di volta in volta chiunque si rivolgesse a lui come guida e aiuto. Umile e generoso, comunicava pensieri che non erano suoi, ma di un ordine universale a cui pochi avevano accesso.

Poteva avere ottanta, novant’anni – chissà! Nessuno era interessato a conoscere la sua vera età. Dava l’impressione di non avere età, Arun, ma di essere sempre esistito… così esile, canuto, dagli occhi di un colore grigio-blu il cui sguardo arrivava diritto al cuore e aveva il potere di calmare anche le menti più agitate. Chi l’avrebbe detto che un ometto dall’apparenza così insignificante potesse racchiudere in sé una saggezza e un amore così grandi… Era l’unione del macrocosmo con il microcosmo, di materia e spirito, e attraverso di lui si intravedeva il Tutto, la Realtà Ultima che non ha né principio né fine.

Quando mi fu presentato, in un attimo mi parve trasmettere col suo semplice sguardo quell’antica sapienza che ognuno di noi – ignaro – insegue da sempre, affinché schiuda ai nostri occhi il vero profondo significato della vita. In un lampo, vidi la mia esistenza scorrere come acqua limpida… ma non mi era ancora concesso di scorgere il fine ultimo.

Fu allora che capii che Arun doveva svolgere un ruolo importante nella mia vita, nella mia crescita, aiutandomi a soddisfare la mia interminabile sete di sapere. Mi fece accomodare nel patio della sua casa, che affacciava su di un laghetto calmo, cosparso di fior di loto. La bellezza di quel paesaggio avvolgeva di meraviglia tutto l’ambiente… in quel luogo doveva esserci qualcosa di magico, indescrivibile a parole. Cercai di trasmettere ad Arun queste mie sensazioni. Per un istante, sembrò chiudersi in se stesso come alla ricerca di una fonte di ispirazione; poi incominciò a parlare:

Le tue sensazioni non sono un mistero per chi fa della propria vita una continua ricerca della Verità. Tu vuoi dare un significato ad ogni cosa – sia essa visibile o invisibile… come le tue sensazioni di adesso. Ti introdurrò allora nel mio mondo, dove il visibile e l’invisibile non sono due condizioni diverse e antitetiche, ma una unica realtà il cui significato, se compreso nella sua interezza, ti aprirà le porte ad una consapevolezza più vasta.

Si voltò a guardare il lago con aria riverente, di chi è in preghiera. Seguì un lungo silenzio. La brezza pomeridiana e la serenità del lago continuavano a trasmettermi sensazioni bellissime, mentre Arun mi comunicava la sua umiltà d’animo.

Quel fior di loto che vedi galleggiare nel lago sembra non essere appartenuto ad altro che al lago. E così è per ogni altra cosa. Infatti, ogni cosa ci sembra appartenere a qualcos’altro di visibile di cui fa parte. Ed è così anche per ognuno di noi. Eppure, quel fior di loto appartiene sì al lago, ma il lago appartiene all’acqua, che sgorga dalla montagna, e la montagna è della Terra. Perciò, in realtà, il fior di loto non esisterebbe senza la Terra.

Come vedi, ogni cosa a questo mondo è legata a qualche altra cosa che riconduce ad un unico stesso fine. E noi non solo per istinto “sentiamo”, ma “sappiamo” per certo che la Terra sulla quale viviamo fa parte di una più vasta Realtà… e allora potremmo dire che la Terra appartiene al Sole – senza il quale noi non avremmo la vita – alla Luna e a tutti i pianeti di cui è composta la costellazione… che è parte di ciò che chiamiamo Universo. Il nostro mondo visibile – e conoscitivo – finisce qui. Ne risulta che la nostra prima impressione, e cioè che il fior di loto appartenga al lago, non è errata – perché quel fior di loto probabilmente non esisterebbe senza il lago – ma è riduttiva, perché non è la percezione completa della Realtà. Sarebbe infatti più corretto dire che il fior di loto appartiene all’Universo. E così è per ogni altra cosa o essere vivente.

E’ strano, ma ad un tratto mi accorsi che era cambiato qualcosa nella mia visione di quel fior di loto: era più bello, in un contesto più adatto alla sua proverbiale purezza. Il lago, che l’ospitava, mi appariva più luminoso, e il colore dell’acqua si univa a quello del cielo, in contrasto con il rosso fuoco del Sole del tramonto… Che cosa mi stava succedendo?

La tua capacità di comprendere le cose si sta espandendo. Stai diventando più ricettiva alle energie con le quali vieni in contatto. Vedi, ogni cosa è dotata di energia propria, e tu ora sei riuscita a captare le energie che il fior di loto – e ciò che lo circonda – ti hanno trasmesso. Il mondo in cui viviamo con tutto ciò che ne fa parte, vibra di energie. Noi stessi emaniamo energie, anche se non ce ne accorgiamo perché esse appartengono al mondo invisibile e quindi hanno bisogno di un’attenzione particolare da parte nostra per essere captate e capite. Questa comprensione è importante, poiché non sempre rispondiamo in modo corretto alle energie che ci vengono offerte.

Mi venne spontaneo chiedere ad Arun come, secondo lui, possiamo essere certi che la nostra comprensione sia quella giusta. A volte, la comprensione delle cose è diversa da persona a persona.

E’ vero: il pericolo risiede nella nostra comprensione errata della Realtà e nel danno che possiamo arrecare agli altri e alla nostra crescita. In effetti non c’è una regola che valga per tutti. Io ti posso solo parlare della mia esperienza personale e di ciò in cui io credo. E’ una filosofia di vita, la mia, che può non essere condivisa da tutti, ma è pur sempre un aspetto della Verità.

Mi sentivo sempre più attratta da questa figura che, in poco tempo, era riuscita ad ampliare la mia conoscenza della vita – e dell’Universo. Umilmente, gli chiesi di parlarmi della sua filosofia di vita.

L’unione di macrocosmo e microcosmo, di Cielo e Terra, è fonte della mia filosofia di vita, perché in essa intravedo le tante verità nascoste sulle quali meditare per una migliore comprensione della vita umana e dell’Universo.

Vedi, sin dalla sua creazione l’Uomo ha osservato il Cielo: è al Cielo che ha fatto riferimento. Il Cielo è sinonimo di Cosmo, o dell’Assoluto, e l’Uomo ne è parte integrante, non ne è separato, ed anzi il suo ruolo è quello di unione fra Cielo e Terra.

La consapevolezza di chi siamo e del cammino che ognuno di noi è chiamato a compiere nella vita assume una grande importanza, non solo per noi stessi, ma per l’equilibrio dell’intero Cosmo. L’Uomo deve poter raggiungere un equilibrio con se stesso e con l’ambiente circostante perché l’equilibrio cosmico possa essere mantenuto. Il legame Uomo-Cosmo è il tema principale della vita, e quando questo legame si spezza insorgono disordine e malattie.

La Conoscenza è la bussola della nostra vita: essa ci dirige là dove è giusto andare. Così come il marinaio deve conoscere bene il mare prima di imbarcarsi, noi dobbiamo conoscere bene il mare della vita prima di intraprendere ogni cosa. Lo stesso vale per il deserto: la gente che lo conosce lo ama e vive felicemente, nonostante le difficoltà. Infatti, il mare e il deserto possono spaventarti con le loro immense distese… senza inizio né fine. Ma poi le conosci… e tutto va bene. E questo è anche il segreto della vita: bisogna conoscerla per amarla e viverla pienamente.

Comprendere la vita non vuol dire altro che comprendere se stessi e il ruolo che ognuno di noi svolge al suo interno. Che ognuno di noi abbia un ruolo diverso non è un caso, ma una necessità per l’equilibrio stesso del mondo e l’ordine delle cose nel disegno divino che è la Vita.

L’Uomo retto non solo seguirà il corso della vita con serenità, ma affronterà con spirito benevolo ciò che la vita gli offrirà, senza nutrire alcun desiderio o aspettativa.

Il Counselling integrato ai Rimedi di Bach – III PARTE

Sia il Counselling che il Sistema di Bach concordano nel ritenere la comprensione di sé e la consapevolezza del proprio percorso di vita indispensabili affinché si instauri un equilibrio fra mente e corpo, considerando l’auto-guarigione non solo possibile, ma l’unico obiettivo che ogni individuo deve ricercare.

Infatti, l’Educatore di Bach, come il Counsellor, non è un terapeuta nel vero senso del termine, perché la sua funzione non è quella di “curare” la malattia o il disagio, ma di far sì che attraverso una maggiore consapevolezza di sé il cliente arrivi da solo a “scoprire” la sua Anima, e cioè il suo vero essere. L’unica differenza risiede nel fatto che l’Educatore di Bach ha uno strumento in più per arrivare al suo scopo, e cioè i Rimedi floreali, che prescriverà dopo un primo colloquio con il cliente della durata di circa 50 minuti, e solo dopo aver spiegato la loro funzione ed il cliente abbia accettato di assumerli, così da renderlo – appunto – consapevole del proprio modo di essere, delle sue debolezze così come delle sue forze. Anche qui, come nel Counselling, ci deve essere una presa di coscienza da parte del cliente, di modo che la sua guarigione possa essere efficace, e quindi si possa parlare di vera auto-guarigione.

Prescrivere i Rimedi di Bach durante le sedute di Counselling può agevolare ulteriormente la presa di coscienza da parte del cliente, e perciò accelerare la sua auto-guarigione.

Prendiamo ad esempio una madre che si rivolge al Counsellor per aiutarla ad eliminare le sue esplosioni di rabbia verso i figli. Perché il counselling possa avere successo ci vorranno settimane o mesi (a seconda delle ragioni che spingono la madre alle sue esplosioni di rabbia). Nel frattempo, però, i suoi figli a casa continuano a soffrire. In questo caso, somministrare i Rimedi di Bach alla madre fin dal primo giorno può aiutarla a calmarla in poco tempo. I rimedi potranno aiutarla ad avere più pazienza, più controllo di sé e meno rabbia. La sua vita familiare potrà nel frattempo essere più stabile e felice, mentre lei imparerà dal counselling le strategie migliori per combattere la rabbia e relazionarsi agli altri. Inoltre, i rimedi potranno aiutarla a scoprire problematiche psicologiche più profonde, se esse risulteranno essere la vera causa della sua rabbia. In questo caso si potrà ritenere opportuno cambiare i rimedi a seconda delle nuove problematiche che sono venute a galla, altrimenti, se la madre ha ritrovato il suo equilibrio in famiglia, smetterà di prendere i rimedi. A questo punto potrà decidere se continuare il counselling o meno, a seconda dei suoi reali bisogni. Per esempio, deciderà di continuare ad andare dal Counsellor se sarà interessata a continuare ad imparare le tecniche di relazione da poter utilizzare all’interno della famiglia per un migliore ménage, oppure deciderà di voler lavorare sul suo matrimonio, o altro ancora.

In un interessante studio apparso su una rivista americana nel 2001 e condotto da Jeffrey R. Cram, PhD, del Sierra Health Institute a Nevada City, California, si è offerto a 11 pazienti che soffrivano di depressione da circa 22 mesi (2/3 dei pazienti erano diagnosticati dal DSM-4 avere depressione grave ricorrente) e che provenivano da 4 cliniche diverse, di essere curati per un mese con la sola psicoterapia, e per altri 3 mesi con psicoterapia integrata a floriterapia; mentre ad un solo paziente si è offerto counseling e supporto nutrizionale al posto della psicoterapia. Il risultato è stato per il primo mese di nessun cambiamento con la sola psicoterapia negli indici di misura usati per la depressione (Beck Depression Inventory e Hamilton Depressions Scale), mentre la psicoterapia integrata alla somministrazione dei Fiori di Bach ha prodotto riduzioni significative degli stessi indici di circa il 50%. I Fiori di Bach sono stati somministrati individualmente secondo le necessità di ciascuno dei pazienti, e non utilizzando un trattamento “standard”. Il risultato dello studio di Cram non solo supporta l’ipotesi che i Fiori di Bach sono efficaci nel trattamento della depressione, ma che l’effetto placebo esiste, solo che non è durevole (da 2 a 4 settimane), ed è per questo che si è deciso di utilizzare un periodo di tempo di 3 mesi per lo studio in questione. Inoltre, lo studio ha ulteriormente dimostrato che non esistono interferenze fra i farmaci anti-depressivi e i Fiori di Bach. Non solo, ma uno dei pazienti ha interrotto con successo la somministrazione di farmaci anti-depressivi durante i tre mesi di trattamento.

Alla fine del suo studio, Cram non solo afferma che i Fiori di Bach sono uno strumento che assiste i pazienti a risolvere le loro problematiche psicologiche profonde che contribuiscono alla loro depressione e la perpetuano, ma anche che la floriterapia non può essere risolta in 15 minuti di prescrizione dei rimedi, ma piuttosto comprende 50 minuti buoni di counseling, reso più efficace dall’aiuto dei rimedi.